L’uovo di colombo del settore immobiliare: la certificazione del contratto di collaborazione degli aspiranti agenti immobiliari

Il settore immobiliare è da sempre caratterizzato da un forte interesse dei giovani non ancora in possesso dell’abilitazione all’esercizio della professione di agenti immobiliari verso questa tipologia di lavoro. Accade quindi che le agenzie siano frequentate da aspiranti agenti, il cui ruolo per la legge è formalmente quello del mero segnalatore di affari, mentre nel quotidiano si risolve in molti casi nel compimento delle attività che sarebbero esclusivo appannaggio dell’agente immobiliare. Il che pone entrambi — aspirante e agenzia — in una posizione di illiceità.

Ricordiamo infatti che, per lo svolgimento della professione, è necessaria l’iscrizione nel Registro delle Imprese, possibile solo a seguito del superamento di un esame. In mancanza, ha luogo una situazione di approfittamento, per ragioni eminentemente pratiche: il rapporto di collaborazione va regolamentato, per la qual cosa il titolare dell’agenzia ha necessita di sapere dall’interessato se abbia conseguito o meno l’iscrizione presso la camera di commercio come agente di affari in mediazione.

Qui sorge la seconda questione: in mancanza dell’abilitazione, qual è il contratto di lavoro corretto? Il contratto di apprendistato? E da escludere perché inidoneo rispetto all’attività del futuro agente, tipicamente autonoma. Il contratto di agente di commercio? Nota è però la netta distinzione tra le due professioni, posto che l’agente di commercio non svolge attività di mediazione. Egli, inoltre, è tenuto all’iscrizione presso l’Enasarco. La soluzione è invece il contratto di collaborazione coordinata e continuativa che rispetta l’autonomia della prestazione del futuro agente immobiliare e, al contempo, consente la frequentazione giornaliera dell’agenzia immobiliare e un coordinamento con il suo titolare. Ha, in sintesi, tutte le caratteristiche del tipo di relazione professionale che qui interessa.

IL FONDAMENTALE PASSAGGIO DELLA CERTIFICAZIONE

Il decreto legislativo n. 81 del 2015 ha però posto un limite importante, stabilendo che non sia possibile ricorrere a questa tipologia di contratto quando la prestazione del collaboratore sia organizzata dal committente con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro, salvo che ricorra una delle eccezioni che la legge stessa contempla. La certificazione del contratto è una delle predette eccezioni ed è la via maestra da seguire nel settore immobiliare, perché permette di smarcare anche le problematiche di natura contributiva che affliggono la categoria. La ragione è squisitamente giuridica: il contratto che ottiene il visto di certificazione da parte della Commissione di Certificazione all’esito del processo di verifica acquisisce nei confronti dei terzi “piena forza legale”. Ciò significa che gli effetti del contratto certificato permangono anche rispetto alle autorità e agli organi ispettivi, i quali non hanno altro modo di superare il visto di certificazione se non avviando una complessa procedura di contestazione durante la quale è loro preclusa ogni possibilità di applicare sanzioni, emanare atti e disporre provvedimenti. Lo stesso dicasi per l’ex collaboratore intenzionato ad impugnare il proprio contratto.

Appare quindi prevedibile che la certificazione ridurrà drasticamente sia il contenzioso di natura previdenziale, sia le cause di lavoro.

IL RUOLO DELLO STUDIO LEGALE RUGGIERO NELLA CERTIFICAZIONE DEI PRIMI CONTRATTI DI COLLABORAZIONE

Il titolare di un’agenzia immobiliare che intenda certificare il contratto di un aspirante agente immobiliare potrà rivolgersi ai professionisti dello Studio Legale Ruggiero (tel. 06.3243198, email: info@studioruggiero.com) avvalendosi dei protocolli che il team ha già sperimentato con successo, in più parti di Italia.

A quanto consta, si tratta della prima esperienza che il settore immobiliare sta vivendo (benché lo strumento della certificazione sia noto da molti anni). Le straordinarie potenzialità della certificazione, finalmente applicata al settore immobiliare con il rilascio dei primi visti di certificazione in più città d’Italia, si ritiene non tarderanno ad affermarsi in tutto il resto del Paese, risolvendo molta parte dei problemi della categoria, creando certezza nei rapporti delle società immobiliari con le autorità e gli enti del settore.

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