201906.06
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L’assegno di mantenimento in caso di infedeltà coniugale: spetta comunque?

L’argomento è particolarmente delicato. Iniziamo col dire che, se la separazione fra i coniugi sia causata da un tradimento, il rischio per chi sia stato infedele di non ricevere alcun mantenimento è concreto. In tali casi, infatti, qualora il giudice accerti il fatto e – si dice – addebiti le cause della separazione proprio all’infedeltà coniugale, il coniuge infedele perderà la possibilità di ottenere l’assegno di mantenimento.

Se però sia in grado di dimostrare che il fallimento del matrimonio deriva da altre ragioni risalenti nel tempo e che, perciò, non sia stata l’infedeltà a causare la rottura della convivenza, portando a sostegno delle proprie affermazioni delle prove chiare, l’addebito della separazione potrà essere evitato e il diritto all’assegno di mantenimento potrà essere conservato.

Sarà però necessario, in ogni caso, che ricorrano i presupposti del diritto al mantenimento (fra i quali ricordiamo, soprattutto, la mancanza di mezzi adeguati o comunque l’impossibilità per l’ex coniuge che richieda il mantenimento di procurarseli per ragioni oggettive).

Pertanto, malgrado l’addebito della separazione possa apparire una conseguenza quasi naturale del tradimento, non è invece sempre scontato, essendo infatti necessaria la sussistenza del nesso di causalità – cioè del rapporto di causa/effetto – fra la infedeltà e la crisi del rapporto di coppia (così si è espressa la nostra Corte di Cassazione nell’ordinanza del 3 settembre 2018 n. 21576).