201911.16
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I provvedimenti disciplinari: come contestarli?

Il datore di lavoro ti ha irrogato una sanzione disciplinare che ritieni ingiusta? Puoi contestarla ricorrendo al Giudice del lavoro oppure promuovendo un procedimento di conciliazione e arbitrato.

In quest’ultima ipotesi, entro 20 giorni da quando la lettera contenente la sanzione è stata consegnata al dipendente, si può presentare un ricorso all’Ispettorato Territoriale del Lavoro con il quale si chiede di valutare la correttezza della sanzione. L’Ispettorato formerà un collegio di conciliazione e arbitrato – composto da un rappresentante per il lavoratore, un rappresentante per il datore di lavoro e un terzo membro scelto in modo imparziale – con il compito di analizzare i fatti e giudicare la correttezza o meno della sanzione disciplinare.

Il primo vantaggio della procedura è che la sanzione rimane sospesa dalla presentazione del ricorso fino alla decisione: nel concreto, quindi, non può essere applicata dal datore di lavoro fino alla conclusione del procedimento arbitrale.

Il secondo vantaggio è che la sanzione decade e non avrà più alcun effetto se il datore di lavoro non provveda alla nomina del proprio arbitro (entro 10 giorni dall’invito rivoltogli dall’Ispettorato), cioè della persona che dovrà rappresentarlo nella procedura in questione.

Va inoltre considerato che, se fra le parti non viene raggiunto alcun accordo sulla sanzione disciplinare, il collegio di conciliazione e arbitrato ha pur sempre il compito di prendere una decisione: e dunque può annullare la sanzione inflitta, sostituirla con una sanzione meno grava (si parla, tecnicamente, di derubricazione) o, nella peggiore delle ipotesi, confermarla.

Si tratta dunque di una procedura sicuramente più veloce e meno dispendiosa del ricorso davanti al Tribunale del Lavoro e può essere promossa tanto con l’assistenza dell’associazione sindacale alla quale si è iscritti, quanto di un avvocato di fiducia.